news novembre Amici di Vorehe

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Siamo arrivati quasi insieme a Vorehe, Tulear, Madagascar. Il camion due assi motrici con due idraulici e un elettricista, e tanto materiale. Al Dispensario-Ospedale di Vorehe, un villaggio lontano circa due di auto dalla nazionale 9 che collega Tulear a Morombé. Eravamo partiti la mattina presto e siamo arrivati all’ora di pranzo, noi ( Isabella, 24 anni, bolognese, quasi antropologa, Tony, americano DOC di Milwaukee, Wisconsin, non lontano da Chigago ed io, Mauro Ercolani, medico, che da quelle parti vado da circa due anni ) accompagnati da un autista di un auto quattro ruote motrici. Abbiamo pranzato, poi gli operai si sono messi subito al lavoro, nonostante il caldo ( 32 gradi). Hanno tracciato delle linee sulla sabbia dell’ospedale e alcuni giovani si sono messi subito a scavare, mentre gli idraulici scaricavano il camion con le tubazioni che dal serbatoio avrebbero portato alla zona ambulatori e laboratorio, ostetricia, verso la nostra baracca, il wc e la doccia. Poi bisognava caricare la cisterna da duemila litri sul castello in legno che era stato costruito dal signor Edmond, il muratore tuttofare; i giovani dello scavo, gli idraulici e l’elettricista in un attimo hanno compiuto il primo miracolo, hanno caricato sulle spalle la cisterna e l’hanno messa su in pochi minuti, poi l’hanno fissata con delle corde, hanno montato la pompa solare nel pozzo e via…in poche ore la cisterna si é riempita. Intanto hanno cominciato a collegare i tubi dell’acqua alla cisterna e hanno costruito una fontanella dove i bambini del paese potessero approvigionarsi di acqua pulita. Il pozzo che prima era profondo solo 8 metri era stato portato a 12 metri di profondità ed era stato messo in sicurezza con cilindri di cemento. Poi é venuta la sera e siamo andati tutti a letto. Il giorno dopo bisognava sistemare il gabinetto che era una turca; in poche ore é diventato una toilette degna di un paese avanzato con una tazza in ceramica e un serbatoio per l’acqua; secondo miracolo. Rimaneva la doccia, tutta da fare dentro un gabbiotto fatiscente, che è stato trasformato in un locale splendido, con tanto di piatto doccia, un erogatore a parete e un piccolo lavandino, uno scarico a distanza di circa un metro con relativo pozzetto. Nel corso della giornata abbiamo verificato che tutto funzionasse e gli operai- maghi, che non avevano dimenticato nulla, potevano anche andarsene, prima che facesse buio. Da quel giorno tutto ha funzionato alla perfezione: in ambulatorio potevamo lavarci le mani, in laboratorio si potevano lavare gli strumenti, nella nostra baracca potevamo lavarci la faccia e i denti, nella toilette potevamo fare tutto e nela doccia potevamo anche lavarci: un sogno. Due anni fa non c’era luce né acqua; ora l’ospedale può funzionare anche nel tardo pomeriggio e anche di notte quando ci sono delle partorienti, l’acqua c’é sia in sala travaglio sia nella sala parto e nell’ambulatorio per le visite alle gravide.

Insomma ora l’ospedale di Vorehe, grazie al vostro generoso contributo, possiede luce ed acqua, indispensabili per un buon funzionamento!!!

Ora vorremmo rifare i tetti, che ospitano centinaia di pipistrelli e non sono più stagni; ridipingere le stanzette dei ricoverati con la calce, mettervi anche dei letti con materassi e sistemare la palizzata che fa da confine alla zona ospedale che ha bisogno di manutenzione; vanno preparati molti pali per chiudere le falle che sono tante, dato che molti pali sono marciti negli anni. Quindi siamo a chiedervi di nuovo un piccolo aiuto per questi nuovi lavori, grazie a tutti !!!

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